Appunti
I dottoranti hanno suggerito di aggiungere al giardino una parte interata in comunicazione con il nuovo percorso lungo ferrovia.
Hanno oppure messo un questione il disegno del totem, la torre protetiva.
I dubbi riguardano al mio parere la gestione di quello che fù chiamato le autocostruzione, la posizione della circolazione verticale e la separazione privato/publico . Hanno suggerito come riferimento i muri aureliani con la loro circolazione interna.
Il professore Saggio ha esplicitamente detto di svuotare il volume della torre per la parte di circolazione publica.
La professoressa Angelini ha suggerito di sistemare un kit, con i elementi (trave, panneli di faciate,...). Elementi che saranno poi combinati per formare l'aggregazione.
Opinione provisoria :
Queste obiezione, non tengono conto dell ragionamento concetuale, progetuale, all'origine di questo progetto.
Svuotare la massa la fa diventare soltanto a un parrere, un effeto. E alora si perdonno le sue qualità principale, che sono :
- la protezione, come sensazione fenomenologica, e oppure la massa termica per usare un aspetto bioclimatico.
- la sostenibilità, il progetto si dispiega nel tempo, a periodo lungo.
(per usare una terminologia più misitica che sia giusta usarla nel ambito di un totem parleremo di "eternità")
- la comunità locale, alla quale si rivolta il progetto. La voglia di controlare, di assicurarci, lo fa diventare un progetto di lusso, che crea delle opportunità per personne di alto livello sociale che non appartengono al contesto.
Fare un kit per il projetto è un tentativo di omogeneisare l'aggregazione, di controlarla. Sarebbe eliminare la poetica dell'aggregazione naturale, e eliminare la diversità dei casi particiolari.
Un kit non tiene conto del svillupo nel tempo, è una cosa fissa.
Forse occore togliere la parte publica (belvedere e circolazione), e parlare di autogestione piutosto che di autocostruzione.
Nessun commento:
Posta un commento